Condividi queste informazioni su:

Parliamo di assenze ingiustificate: come deve comportarsi il datore di lavoro nei confronti dei lavoratori? Ecco tutte le novità.

Assenze ingiustificate lavoratori: cambiano le regole

Cambiano le regole per le assenze ingiustificate dei lavoratori nell’ambito dei licenziamenti. E’ il Decreto Lavoro che sancisce il cambio delle regole. Se il lavoratore, infatti, non si presenta al lavoro senza motivo giustificato, oltre il termine previsto dal contratto collettivo, in caso di assenza maggiore di 5 giorni, il rapporto di lavoro verrà considerato risolto in via definitiva per volontà dello stesso dipendente.

Si riterrà, pertanto, che il lavoratore abbia dato le dimissioni in modo volontario. Si tratta di una modifica molto importante, che permette di tutelare al meglio il datore di lavoro. Esso, infatti, non sarà più costretto a dover licenziare per assenze ingiustificate.

Via il diritto alla Naspi: cosa succederà?

Le nuove regole del Decreto Lavoro permettono di contrastare i furbetti delle Naspi. In questo caso, accadeva che i lavoratori dipendenti utilizzassero uno stratagemma per non perdere la Naspi, cioè l’assegno di disoccupazione. Evitare gli stratagemmi dei furbetti era necessario, proprio perché l’assegno di disoccupazione, da norma, spetta anche a coloro che sono stati licenziati per giusta causa. Il comportamento di tali lavoratori costringeva il datore di lavoro a mettere a punto un licenziamento, senza dare possibilità di trovare un accordo, ai danni dell’INPS. Non si può, invece, fare affidamento alla Naspi quando il lavoratore si dimette in maniera volontaria.

Anche la Corte di Cassazione si è pronunciata diverse volte, nell’ambito di alcuni casi di licenziamento per assenza ingiustificata. In questo caso, i giudici della Corte di Cassazione avevano deciso come il datore di lavoro avesse la possibilità di chiedere il risarcimento del danno al dipendente. L’importo è pari al ticket Naspi e può essere decurtato dall’ultima busta paga.

Pubblicità

Pubblicità

Non solo. Il Decreto Lavoro introduce una nuova regolamentazione sulla durata dei periodi di prova, riguardo i rapporti di lavoro a tempo determinato. E’ stata fissata dalla norma in un giorno di prestazione ogni 15 giorni di calendario. Secondo il Decreto, invece, il periodo di prova non potrà essere in nessun modo inferiore a due giorni.

Pubblicità

Pubblicità