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Arriva l’ok dall’Ue per l’estensione alla riduzione versamenti Inps al 30% per i datori di lavoro dipendente anche nel 2023.

Come dichiarato dalla Presidente del Consiglio, Meloni la Decontribuzione Sud sarà prorogata per tutto il 2023. In questo modo i datori di lavoro delle Regioni del Meridione potranno beneficiare dell’esonero contributivo del 30 per cento fino al 31 dicembre 2023.

Decontribuzione sud, di cosa si tratta e chi sono i beneficiari

 L’incentivo è stato precedentemente introdotto dal decreto agosto a favore dei datori di lavoro privati, eccetto agricoli e domestici.

In particolare, l’incentivo opera sui rapporti di lavoro attivi nelle regioni del sud (Abruzzo, Puglia, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Sardegna e Sicilia), ma anche per i datori di lavoro con sede legale in altre regioni, ma aventi sede operativa o lavoratori occupati nelle aree previste dall’agevolazione.

Oltre ai datori di lavoro pubblici, saranno esclusi dall’intervento anche le imprese del settore finanziario.

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Il bonus non ha un limite individuale di importo. Questo significa che trova applicazione sulla contribuzione del datore di lavoro, senza individuazione di un tetto massimo mensile.

Decontribuzione sud, come funziona e quali sono gli obiettivi

La decontribuzione (ad esclusione dei premi INAIL) spetta per tutti i rapporti di lavoro dipendente, esclusi i rapporti di lavoro agricoli e i contratti di lavoro domestico.

Ai fini dell’accesso all’esonero, i datori di lavoro devono essere in regola con il DURC e possono anche cumularlo con altre riduzioni contributive, purché non esistano specifici vincoli di compatibilità per le altre agevolazioni.

L’obiettivo ora è quindi quello di rendere strutturale la misura, in modo da garantire la stabilità dei livelli occupazionali nelle Regioni del Sud Italia.

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